Il cambiamento

Ognuno di noi ha, o dovrebbe avere, una certa idea di sè. Un insieme di valori, regole e sentimenti che nascono insieme a noi e si affinano nel tempo, con l’educazione e l’esperienza. Una sorta di schema o di bussola che ci aiuta a comprendere cosa stiamo facendo, perchè e se è quello che davvero vogliamo.
Ovviamente la consapevolezza di sè non può che avvenire con le esperienze: come posso dire “non mi piace fumare”, se non ho almeno fatto un tiro a 15 anni? Come posso dire “non mi piace bere” se non dopo la prima sbornia? Tutte esperienze necessarie, per carità, non sto a fare la moralista. L’importante è compiere queste scelte in maniera CONSAPEVOLE. Capisco ciò che sto facendo, voglio farlo.
Il punto di tutto il mio discorso è una altro: come può uno schema consolidato e preciso di valori, una certà idea di sè, cambiare radicalmente, capovolgersi? Come può quel “Non mi piace fumare” di un ventenne, diventare un “Amo le Malboro Rosse” dello stesso ventiduenne? E non parlo dei cambiamenti derivati da forti traumi o da tragedie, solo da piccoli cambiamenti di vita, come cambiare città o fidanzato.
Io al momento, so quali sono i valori portanti delle mie azioni e sono relativamente sicura del fatto che non potrebbero cambiare solo perchè qualcosa nella mia vita sta per cambiare. Io che amo i Led Zeppelin, non diventerò amante di Tiziano Ferro dopo la laurea. Non voglio farlo, non lo farò.
Allora, la mia domanda è, questi cambiamenti, sono la somma di piccole discrepanze quotidiane di chi cerca di dare una svolta alla sua vita, somma inconsapevole e non voluta che semplicemente accade; oppure è sintomo di una volontà latente, sintomo di valori non così ben radicati e distinti nell’essere?
E se così fosse, è possibile tornare indietro?

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